martedì 18 novembre 2014

Fra Kumka parla di frate Francesco a New York

È una mostra dal grande valore storico ma ancor più simbolico quella su san Francesco d’Assisi, in corso nella sede delle Nazioni Unite a New York dove sono esposti diciannove manoscritti e documenti pontifici risalenti al XIII e XIV secolo, provenienti dal Fondo Antico della Biblioteca comunale presso la Biblioteca del Sacro Convento di San Francesco in Assisi.

L’esposizione, dal titolo “Frate Francesco: tracce, parole, immagini”, non è fine a se stessa ma rappresenta un esplicito messaggio portato nel cuore di questo organismo internazionale, per amplificare le parole, il pensiero e la spiritualità di san Francesco, sempre così attuale.

La mostra è stata presentata questa mattina a Tv2000 da fra Emil Kumka, docente di Storia della Chiesa e Francescanesimo alla Pontificia Facoltà Teologica "San Bonaventura", nonché responsabile della biblioteca del Seraphicum, ospite alla trasmissione "Bel tempo si spera", condotta da Lucia Ascione.
Un’occasione per parlare della rilevanza di questa iniziativa che non ha precedenti, ideata e curata dall'Associazione Antiqua, dal Sacro Convento di San Francesco in Assisi e dal Comune di Assisi in collaborazione con la Società Internazionale di Studi Francescani e condivisa, per l'organizzazione newyorkese, con l'Italian Academy Foundation.

In esposizione documenti di inestimabile valore che testimoniano la storia del patrono d’Italia, a partire da quelli del biografo suo contemporaneo Tommaso da Celano: “opere uniche, rare, inaccessibili al pubblico – si legge nel comunicato stampa- compresa la più antica copia degli scritti del Santo, il Codice 338, il quale oltre a contenere il testo della Regola dei Frati Minori raccoglie l'originale stesura de Il Cantico delle Creature dettato dal Santo a un suo confratello”.

Oltre a spiegare la rilevanza dei documenti presenti al Palazzo di Vetro, fra Kumka ha parlato ampiamente dell’attualità di san Francesco e della necessità, tra gli attuali contrasti, di riuscire a fare patrimonio e a dare testimonianza di quei valori centrati sulla semplicità, sul dialogo, sul desiderio di incontro e di accoglienza.
Un fascino esercitato su molti dal Poverello di Assisi che richiede un passo deciso sul terreno della coerenza, per far sì che si riesca a farci realmente promotori di quei valori.

“Oggi san Francesco – ha sottolineato fra Kumka – ci chiederebbe la gratuità fondata sulla carità. Tra i messaggi che dovrebbero rimanere vivi a distanza di tanto tempo, rientra certamente il contenuto del testamento laddove parla dell’esperienza di incontro con i lebbrosi. San Francesco evidenzia come amasse intrattenersi per condividere la misericordia ricevuta con chi, invece, non la riceveva da alcuno”.

Un messaggio esplicito - da calare nei diversi contesti e conflitti a carattere internazionale e nazionale – che simbolicamente riecheggia dalla sede dell’ONU per poi essere trasferito, dal 2 dicembre al 14 gennaio 2015, alla Brooklyn Borough Hall e quindi tornare nella sua Assisi sarà rimarrà visitabile, dal 28 marzo al 31 maggio, nella Sala Papale del Sacro Convento.




Il video con la partecipazione di fra Emil Kumka: Bel tempo si spera





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