È una mostra
dal grande valore storico ma ancor più simbolico quella su san Francesco
d’Assisi, in corso nella sede delle Nazioni Unite a New York dove sono esposti
diciannove manoscritti e documenti pontifici risalenti al XIII e XIV secolo,
provenienti dal Fondo Antico della Biblioteca comunale presso la Biblioteca del
Sacro Convento di San Francesco in Assisi.
L’esposizione,
dal titolo “Frate Francesco: tracce, parole, immagini”, non è fine a se stessa
ma rappresenta un esplicito messaggio portato nel cuore di questo organismo
internazionale, per amplificare le parole, il pensiero e la spiritualità di san
Francesco, sempre così attuale.
La mostra è stata presentata questa mattina a Tv2000 da fra Emil Kumka, docente di Storia della Chiesa e Francescanesimo alla Pontificia Facoltà Teologica "San Bonaventura", nonché responsabile della biblioteca del Seraphicum, ospite alla trasmissione "Bel tempo si spera", condotta da Lucia Ascione.
Un’occasione per parlare della rilevanza di questa iniziativa che non
ha precedenti, ideata e curata dall'Associazione Antiqua, dal Sacro Convento di
San Francesco in Assisi e dal Comune di Assisi in collaborazione con la Società
Internazionale di Studi Francescani e condivisa, per l'organizzazione
newyorkese, con l'Italian Academy Foundation.
In
esposizione documenti di inestimabile valore che testimoniano la storia del
patrono d’Italia, a partire da quelli del biografo suo contemporaneo Tommaso da
Celano: “opere uniche, rare, inaccessibili al pubblico – si legge nel
comunicato stampa- compresa la più antica copia degli scritti del Santo, il Codice 338, il quale oltre a contenere
il testo della Regola dei Frati
Minori raccoglie l'originale stesura de Il
Cantico delle Creature dettato dal Santo a un suo confratello”.
Oltre a spiegare la rilevanza dei documenti presenti al Palazzo di
Vetro, fra Kumka ha parlato ampiamente dell’attualità di san Francesco e della
necessità, tra gli attuali contrasti, di riuscire a fare patrimonio e a dare testimonianza
di quei valori centrati sulla semplicità, sul dialogo, sul desiderio di
incontro e di accoglienza.
Un fascino esercitato su molti dal Poverello di Assisi che richiede un
passo deciso sul terreno della coerenza, per far sì che si riesca a farci realmente
promotori di quei valori.
“Oggi san Francesco – ha sottolineato fra Kumka – ci chiederebbe la
gratuità fondata sulla carità. Tra i messaggi che dovrebbero rimanere vivi a
distanza di tanto tempo, rientra certamente il contenuto del testamento laddove
parla dell’esperienza di incontro con i lebbrosi. San Francesco evidenzia come
amasse intrattenersi per condividere la misericordia ricevuta con chi, invece,
non la riceveva da alcuno”.
Un messaggio
esplicito - da calare nei diversi contesti e conflitti a carattere
internazionale e nazionale – che simbolicamente riecheggia dalla sede dell’ONU per
poi essere trasferito, dal 2 dicembre al 14 gennaio 2015, alla Brooklyn Borough
Hall e quindi tornare nella sua Assisi sarà rimarrà visitabile, dal 28 marzo al
31 maggio, nella Sala Papale del Sacro Convento.
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