Il Preside fra Domenico Paoletti concelebrerà, domani mattina alle 10 in Piazza San Pietro, la santa messa per la beatificazione di Paolo VI, presieduta da papa Francesco.
Una
gioia immensa e un'occasione che mi permetterà, da sacerdote, di ringraziare
con tutto me stesso il Signore per Paolo VI, umile testimone del Vangelo, che
mi ha insegnato a riconoscere e a gioire delle cose semplici della vita
quotidiana.
L’evento
della beatificazione di papa Montini è uno dei segni di come la storia è magistra vitae, specie se riletta con
attenzione e se osserviamo alcuni aspetti che balzano alla nostra attenzione.
Una
profezia, specie oggi, che non consiste nel mondanizzare la Chiesa ma
nell’evangelizzare il mondo, nella consapevolezza che la fede cristiana è la
verità della realtà e la festa della ragione.
L’enciclica
col tempo, e grazie alle scoperte scientifiche e agli approfondimenti
psicologici e filosofici, emerge come portatrice di una visione alta di amore
coniugato allo sviluppo integrale della persona, di tutta la persona e di tutte
le persone, così come si esprime l’altra enciclica di Paolo VI - la Populorum progressio - che, letta
insieme all'Humanae vitae , ci dona
una prospettiva di umanesimo integrale e plenario.
La
vita, il pensiero e il ministero di papa Montini sono all’insegna dell’ascolto,
del dialogo e dell’annuncio del Vangelo sempre con umiltà e rispetto, esprimendosi
con la “testimonianza”, elemento centrale nel suo magistero.
Ricordo
con profonda commozione e gratitudine al Signore il mio incontro con papa
Montini durante l’udienza generale del mercoledì 20 agosto 1975. Io, giovane
neodiplomato al Liceo classico, mi recai con mia madre in pellegrinaggio a Roma
per l’Anno Santo. La grazia di essere a pochi metri mi donò la possibilità di
ascoltarlo e vederlo con attenzione. Quale sorprendente coinvolgimento nel notare
la corrispondenza tra le parole, il timbro della voce, gli occhi chiari,
luminosi e profondi, e il tutto che faceva corpo con il suo esile fisico!
Ricordo bene le parole di quella catechesi perché s’impressero nel mio cuore,
in ricerca e assetato di autenticità, tanto da essere poi ispiratrici per la
mia futura tesi dottorale di ricerca in Teologia su La testimonianza cristiana nel mondo contemporaneo in papa Montini* del 1988, pubblicata nel 1991 con una
presentazione di René Latourelle.
Il pensiero
sviluppato dal papa in quella catechesi è che il cristiano unito a Cristo
irradia nel mondo la sua luce
divina che tutto rischiara
e riscalda. Ed è la coerenza tra fede e vita che fa del
cristiano un testimone credibile. Ecco le parole che risuonarono e risuonano in
me, sempre attuali perché attingono al Vangelo:
«Il confronto fra ciò che noi siamo,
pensiamo e facciamo, con l'insegnamento evangelico e quello che da questo autorevolmente deriva ci obbliga al recupero
di quei principi speculativi e pratici che, vissuti con umile
fedeltà, ci autorizzano a portare
degnamente la gloriosa
qualifica di cristiani
e che invece, privati della loro effettiva corrispondenza con la vita vissuta,
si ritorcono in nostra accusa e, Dio non voglia,
in nostra condanna. Bisogna dare o ridare,
se occorre, al nome cristiano
una sincera coerenza
con la Parola di Cristo, donde deriva».
Udienza generale del 20 agosto 1975, in Insegnamenti XIII (1975) 863.
Fra Domenico Paoletti, OFMConv
Preside Pontificia Facoltà Teologica "San Bonaventura"
* LA TESTIMONIANZA CRISTIANA NEL MONDO CONTEMPORANEO IN PAPA MONTINI
di Domenico Paoletti
Editrice Miscellanea
Francescana, Roma 1991
Il libro è presente nel Catalogo di Miscellanea Francescana (p.38)
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