Cammino del tempo di Avvento
anno B
2° domenica di Avvento
Riflessione a cura di fra Francesco Scialpi

Preparate la via del Signore, come ci ricorda Eusebio di Cesarea nel commento al profeta Isaia: «è l'evangelizzazione del mondo, è la grazia confortatrice. Esse comunicano all'umanità la conoscenza della salvezza di Dio». Ma in questo cammino di preparazione della via del Signore non mancano le cadute e quindi siamo chiamati a vivere in un costante atteggiamento di conversione, per poter orientare sempre più la nostra vita verso il Signore e così con il nostro modo di vivere testimoniarlo. Quindi preparare la via del Signore in un perenne atteggiamento di conversione, di ritorno a Lui, perché solo se vivremo una profonda comunione con il Signore, saremo in grado di donarlo agli altri: «Tutto quello che fate in parole ed opere, tutto si compia nel nome del Signore Gesù, rendendo per mezzo di lui grazie a Dio Padre» (Col 3, 17).
Sapienza francescana a cura
di fra Dinh Anh Nhue Nguyen
Dai Sermoni di sant’Antonio di Padova (Natività di San Giovanni
Battista, 7-8):
Se il beato Giovanni, santificato nel grembo materno, del
quale, a testimonianza del Signore, uno più grande non sorse tra i nati di
donna (cf. Mt 11,11), si tormentò con vesti così rozze e con cibo così vile,
cosa possiamo dire noi miseri peccatori, concepiti nei peccati, pieni di vizi,
che detestiamo ogni asprezza e cerchiamo delicatezze e comodità? Il Signore,
come dice Isaia, «ci chiama al lamento e al pianto, a rasarci il capo e a vestirci
di sacco. Ecco invece che si gode e si sta allegri; si sgozzano buoi e si
scannano greggi, si mangia carne e si beve vino» (Is 22,12-13).

Disse infatti: «Fate penitenza perché il regno dei cieli è
vicino» (Mt 3,2); e di nuovo: «Voce di uno che grida nel deserto: Preparate la
via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri» (Lc 3,4; Mc 1,3). Questi sono i
discorsi bellissimi, perché la penitenza abbellisce l'anima; infatti è detto
nel quarto libro dei Re che «il lebbroso Naaman scese nel Giordano e vi si lavò
sette volte come gli aveva ordinato Eliseo, e la sua carne ridiventò come
quella di un bimbo, e fu mondato dalla lebbra» (4Re 5,14).
Così il peccatore, contaminato dalla lebbra del peccato,
deve discendere, cioè umiliarsi, e lavarsi nel Giordano, cioè nel fiume del
giudizio, della condanna di sé, con la penitenza bagnata dalle lacrime; lavarsi
sette volte, vale a dire durante tutta la sua vita, che si svolge per così dire
nel giro di sette giorni; o anche perché al peccatore si impone di solito una
penitenza di sette anni - secondo la parola di Eliseo -, ossia di Giovanni
Battista, che gridava: «Fate penitenza!». In questo modo l'anima del peccatore
ritroverà la purezza dell'innocenza battesimale, che ha ricevuto da bambino,
appunto nel battesimo.
"Il Vangelo dopo la domenica" è una rubrica della Pontificia Facoltà Teologica "San Bonaventura" Seraphicum ideata da fra Dinh Anh Nhue Nguyen e curata dalla stesso con fra Francesco Scialpi.
Qui le riflessioni della Prima domenica di Avvento
"Il Vangelo dopo la domenica" è una rubrica della Pontificia Facoltà Teologica "San Bonaventura" Seraphicum ideata da fra Dinh Anh Nhue Nguyen e curata dalla stesso con fra Francesco Scialpi.
Qui le riflessioni della Prima domenica di Avvento
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